Canto XLI, versión en italiano

 
(traducción de Emilio Coco, Ines Ravasini y Diego Símini
para Voci dalla poesia spagnola contemporanea,
Sentieri Meridiani Edizioni, Roma, 2009)


Solo allora
vi ho visti.
Nella nuca spaccata del suolo iracheno.
E nel sangue gridato dalla ghiaia di Atocha.
E a Pozo:
issando i loro crampi dopo una semina triste,
le pance degli uomini
aperte e sventrate dai cani del Padrone.
Io mi prendo cura dei ventri delle spose perdute
-gli uomini dei bambini sono rimasti senza ora;
mi prendo cura delle orazioni stanche della terra
e dei lunghi capelli di tutti i nostri morti.
Sono il popolo senza pugnale e tre volte devastato,
il fischio di un conto ammutolito.
lo mi prendo cura dei fiori e dei pettini:
sono un uomo a confronto di tutte le vostre smorfie.
E scavo nelle costole della bestia
baciando l’impossibile che parla nel vostro sangue:
sono l’uomo che appeso per l’ombelico,
la collera interrata nei pozzi del mondo.
E vi dico:
che le fiamme tuoneranno dagli specchi
che un cavallo si contorcerà nella vostra bocca
che sempre le ferite
di tutu questi figli
usciranno quasi esplodendo da un solido cielo.
Solo allora
vi ho visti,
gli uni e gli altri, sangue cocciuto unito ora.
Da allora sia l’uomo:
io bramo nel vostro stesso
cordone ombelicale.